Il ruolo Cooperazione di Abitanti
Questa settimana è stata presentata la ricerca “Milano Inclusiva. La produzione di case in locazione a costi accessibili”, realizzato da Nomisma, in collaborazione con Comune di Milano, e che ha visto Legacoop Lombardia tra i soggetti promotori dello studio insieme a Cdo, Confcooperative Habitat, Fondazione Welfare Ambrosiano, Redo sgr, Fondazione Housing Sociale. Tra i sostenitori della ricerca Fondazione Cariplo, Fondazione Ceur e La Ringhiera.
Tra i dati più interessanti che emergono dallo studio, si segnala come negli ultimi 10 anni la produzione di ERS a Milano (Edilizia Residenziale Sociale) non è riuscita a presentare nuova offerta di alloggi in locazione nella fascia di canoni tra i 45 euro mq/anno e gli 80 euro mq/anno.
E’ proprio questa l’offerta su cui più preme la domanda di alloggi a canoni sostenibili a Milano: se il costo per l’alloggio, affinchè sia effettivamente accessibile, non deve essere superiore al 30% del reddito familiare, dallo studio emerge una domanda potenziale di 146.500 nuclei familiari – quasi il 20% del totale dei nuclei milanesi – che negli ultimi 10 anni non ha trovato nuova offerta adeguata.
Da sempre è questa la domanda a cui le cooperative di abitanti a proprietà indivisa (che assegnano alloggi in godimento permanente ai propri soci) hanno dato e danno risposta. Oltre 80 cooperative aderenti a Legacoop Lombardia dispongono un patrimonio di circa 18.500 alloggi, di cui circa 17.000 nell’area metropolitana di Milano e 8.000 in Milano Città, che assegnano in godimento a canoni medi decisamente al di sotto degli 80euro mq/anno.
Lo sviluppo della cooperazione a proprietà indivisa è stato però possibile fino a che nel nostro Paese era presente una Politica per la casa sociale o meglio, come ha puntualizzato l’Assessore alle politiche abitative del Comune di Milano, Gabriele Rabaiotti, una Politica Sociale per la casa.
La cooperazione di abitanti a proprietà indivisa non dispone solo di un patrimonio di alloggi ma anche e soprattutto di un patrimonio di relazioni con i propri soci e con i cittadini dei quartieri in cui è inserita e rappresenta un attore protagonista nello sviluppo di inclusione e coesione sociale nei territori dove è presente.
La ricerca “Milano Inclusiva. La produzione di case in locazione a costi accessibili” mostra come oggi più che mai ci sia bisogno di una collaborazione pubblico-privato per produrre nuova offerta di edilizia residenziale sociale realmente sostenibile soprattutto in una grande città come Milano che negli ultimi anni ha visto un’esplosione del mercato immobiliare residenziale anche in affitto.
Per raggiungere l’obiettivo non si può prescindere da forme di agevolazioni pubblica rappresentate da leve urbanistiche, fiscali e finanziarie. Le amministrazioni comunali possono attivare solo alcune di queste leve ma se vogliamo che le grandi città come Milano non escludano la fascia media occorre una nuova Politica sociale nazionale per la casa che riconosca la specificità dei diversi territori e mercati e ne sostenga l’inclusione.
Nel periodo in cui le politiche abitative prevedevano anche forme di contribuzione pubblica a sostegno di soggetti privati per cofinanziare iniziative di effettiva offerta abitativa accessibile, la cooperazione, la cui finalità è mutualistica e non lucrativa, si è rivelata lo “strumento” ideale per dare risposte abitative alla cosiddetta “fascia grigia” (che non ha i requisiti per l’edilizia pubblica e al tempo stesso non ha risorse per accedere al libero mercato). Riteniamo che solo una nuova stagione, che vede risorse pubbliche fungere da effetto moltiplicatore di risorse private, possa consentire di raggiungere gli obiettivi sopra descritti.
La cooperazione di abitanti è sempre pronta a fare il proprio compito mettendo a disposizione la domanda già aggregata (soci in lista d’attesa), competenze ed esperienze nonché risorse proprie e dei propri soci; ma questo non è sufficiente! Anche la Pubblica Amministrazione, nelle sue declinazioni centrali e locali, deve fare però la sua parte.
Come Legacoop Abitanti (Associazione nazionale di settore) abbiamo presentato e stiamo presentando proposte che vanno proprio in questa direzione. Il percorso non è semplice ma non abbiamo intenzione di abbandonare il campo
Occorre infine una riflessione su modalità di accesso trasparente alle risorse pubbliche, per finanziare o sostenere investimenti privati sull’alloggio sociale, considerato servizio di interesse economico generale proprio per il suo ruolo di pilastro dell’infrastruttura sociale. In questo senso la pluralità degli attori privati è essenziale per costruire un’offerta diversificata: la cooperazione di abitanti ha un benchmark di competenze consolidato e una missione mutualistica come elemento fondante della capacità di produrre impatto sociale autentico.