Il progetto “ABITO IN COMMUNITY”, presentato ad Urbanpromo 2019 da Abitare Toscana Srl è risultato Progetto vincitore del Premio Urbanistica 2020 – categoria Innovazioni tecnologiche per la gestione urbana.
Il premio è conferito al progetto sulla base delle preferenze espresse dai partecipanti ad Urbanpromo 2019 per i progetti esposti in mostra.
La rivista URBANISTICA ha pubblicato un fascicolo dedicato ai progetti vincitori, contenente l’articolo “Abito in Community”: comunità abitative e infrastruttura digitale.
Di seguito il testo.
“Abitare Toscana, gestore socio immobiliare e advisor tecnico sociale attivo nell’ambito dei fondi immobiliari di social housing e non, ha promosso e coordinato il progetto Abito in Community, un progetto intrinsecamente cooperativo, strutturalmente di rete e volutamente multidisciplinare. Abito in Community è un progetto di welfare abitativo dinamico, come lo è per sua natura una comunità che in quanto tale condivide e collabora, e si contrappone alla logica statica, propria del condominio, del mantenimento dei buoni rapporti di vicinato: la sceneggiatura dinamica nasce insieme agli abitanti che divengono, oltre che registi, anche attori. È un progetto innovativo che prova a confrontarsi con logiche e finalità del social impact. È soprattutto un progetto aperto ed inclusivo: non traccia limiti, è costantemente work in progress e include chi vuol dare il suo apporto.
Abito in Community parte dall’assunto che l’abitazione rappresenta un servizio per la comunità: abitare, affermano i filosofi, rappresenta l’azione propria dell’uomo che riflette e che non subisce semplicemente la vita. L’uomo abita la casa proprio perché non si limita a subire l’esistenza e le fatiche del vivere. Abitare dunque assume il significato del prendersi cura, cura di sé, ma anche cura degli altri.
Volendo sintetizzare in due righe quali obbiettivi si pone Abito in Community potremmo parlare di far interagire residenza con soluzioni abitative innovative per target di fragilità specifici del territorio e spazi e servizi a comune. Abito in Community ha il suo punto di forza, e quindi la potenzialità di riuscita, nell’attivazione di azioni collaborative tra abitanti insieme a soggetti a vario titolo gestori specializzati.
Uno degli strumenti del progetto è l’applicazione Abito in community. L’idea della APP nasce nel 2015 in prima battuta per cercare di creare degli spazi virtuali per azioni/attività collaborative degli abitanti di complessi abitativi in locazione realizzati con un ottica diversa rispetto a quella del social housing e più improntati alla staticità del condominio. L’applicazione gestisce servizi quali il car pooling, gruppi di acquisto, banca del tempo, gestione di spazi e organizzazione di eventi, proponendosi anche come fattore generatore di impatto sociale.
Azioni e attività sviluppate dalle community, anche per il tramite della APP, potranno contribuire e valorizzare l’impatto sociale generato dal social housing: questo è quanto emerge da uno studio condotto dalla società SINLOC e cioè il combinato del calmieramento del mercato locativo, della sharing economy posta in essere dagli abitanti e del minor impatto ambientale redistribuisce/incide sul bilancio delle singole famiglie per circa il 20%.
Il progetto Abito in Community, nel suo complesso, e la APP che ne fa parte integrante ha ricevuto, oltre al gradito Premio Urbanistica 2020 – Categoria Innovazione tecnologiche per la gestione urbana, il riconoscimento e sostegno nell’ambito del bando Fai La Casa Giusta 2019 promosso dalla Fondazione CR Firenze.
Se abitare in community collaborando rappresenta l’innovazione e insieme sfida del social housing, Abito in Community ne può assumere il ruolo di vera e propria infrastruttura, non l’unica intendiamoci. Come recitava il titolo dell’articolo presentato lo scorso anno ad Urban Promo, l’applicazione è semplice, utile e… non costa niente ed è già a servizio del network nazionale delle cooperative di abitanti aderenti a Legacoop attive nella gestione del social housing.
E poi Abito in Community sta per diventare anche il Social Housingame con l’obiettivo di usare la modalità gaming per promuovere la socializzazione fra abitanti e familiarizzarli all’uso dell’APP rendendo evidenti i vantaggi che produce il suo utilizzo. Il gioco da tavola cooperativo, e non competitivo, consentirà anche sfide tra diverse squadre di abitanti e potrà essere usato dai facilitatori nei laboratori di housing community building organizzati per co-progettare spazi e servizi del social housing.”